Auguri Natale 2020 di don Carlo

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Carissimi parrocchiani, reagliesi, e amici tutti,

eccoci in questo 2020 a celebrare un Natale molto particolare.
Quando, lo scorso Natale celebrammo la Messa della Notte e dopo, ci riunimmo nel salone a scambiarci gli auguri condividendo una fetta di panettone e sorseggiando qualche bevanda calda, non immaginavamo che al Natale successivo tutto questo ci sarebbe stato tolto.
In questo Natale partecipiamo a due Messe serali (h.17,30 e 20) per evitare gli assembramenti, teniamo le distanze, usiamo le mascherine, ci asteniamo dai saluti ravvicinati e sconsigliamo alle persone fragili di partecipare. Pensate quanta tristezza ci opprimerebbe se non disponessimo almeno degli strumenti di comunicazione che rimediano, in parte, all’invalicabile lontananza.
Aleggia un clima di timore: sperimentiamo la precarietà della nostra esistenza e quando ci salutiamo ci viene spontaneo dire: «Per ora, sto bene».
Se un risvolto positivo c’è consiste nell’invito a considerare la vita come dono e ad accogliere ogni giorno con gratitudine, nell’imparare a stare soli e, per chi crede, a riscoprire la presenza del Signore in ogni istante e a non sprecare il nostro tempo in cose inutili e vane.
Questo Natale “povero” anche di affetti e di relazioni lo rende più simile al vero Natale di Gesù in luogo inospitale e circondato da poche persone, anche se poi giunsero gli umili pastori e i saggi magi.
Ogni Natale è, ad un tempo, triste e lieto. Triste per la pandemia che ci minaccia e ha mietuto e miete tante vite a noi carissime. Ogni Natale, in verità, ci reca mestizia ogni volta che guardiamo il posto che le persone a noi care hanno lasciato vuoto, incolmabilmente vuoto. Il Natale scorso loro erano ancora con noi; la loro amata presenza, il loro volto, il loro sorriso, le loro parole affettuose ci donavano luce e calore. Nel contempo il Natale ci infonde speranza e consolazione e reca letizia. La speranza che i nostri incontri e le nostre vite con tante care e indimenticabili persone non costituiscano una parentesi ormai irrimediabilmente chiusa ma preludano a reincontrarci tutti nel Signore per una esistenza non più minacciata dal male e dalla morte.
Chi di noi non rimane stupito ed estasiato di fronte alla culla di un bambino e di una bambina? Ricordo tra le molte pagine di letteratura, le ultime del “deserto dei Tartari” quando Drogo stanco e malato, entrando nella taverna in cui morirà, si imbatte in un neonato.
Il fascino del Natale di Gesù è certamente collegato alla gioia che ogni nascita reca. La nascita di un essere umano è un evento meraviglioso che cotrobilancia in positivo i decessi, in questo tempo di covid troppo numerosi.
È anche vero che alla culla di ogni bambino sorge spontanea la domanda “che ne sarà di questo bambino?”. E vengono in mente le parole del salmo 103: “L’uomo: come l’erba sono i suoi giorni! Come un fiore di campo, così egli fiorisce.
Se un vento lo investe non è più, né più lo riconosce la sua dimora”; o ancora le amarissime sentenze dei tragici greci: “meglio per l’uomo non essere mai nato”.
Il Natale risponde a questo pessimismo non solo con le parole ma con i fatti. Se il Figlio di Dio si è fatto uomo, se ha scelto di nascere come noi, di far parte della nostra umanità vuol dire che vale la pena di nascere e di vivere. Con la sua parola e con la sua vita egli ci ha mostrato che la vita non fa naufragio nella morte ma che il nostro ultimo approdo sono le braccia accoglienti e il cuore misericordioso del Padre. Non la solitudine ma la compagnia (comunione dei santi), è il porto a cui giungeremo. “Saremo sempre con il Signore” ci assicura San Paolo.
Alla luce del Natale, colto nel suo vero significato religioso e umano, vogliamo interpretare gli avvenimenti di questi giorni.
Vogliamo affidare al Signore tutti i nostri defunti deceduti per il covid o per altre patologie.
Ricordare e pregare per tutte quelle e quelli che non possono partecipare di persona alle nostre celebrazioni per fondate ragioni di prudenza.
Pregare per i nostri bambini, ragazzi e giovani che vivono momenti difficili per il venir meno o per la drastica riduzione degli apporti culturali ed educativi, delle occasioni di socializzazione e di relazioni proficue.
Approfittiamo di questa diminuzione quantitativa dei nostri rapporti per scoprire il valore del silenzio, della riflessione, della lettura approfondita e meditata, per migliorare qualitativamente i nostri rapporti.
Ricordiamo tutto il bene che abbiamo ricevuto per ringraziare il Signore e anche le persone che ci hanno beneficati. È questa una preziosa opportunità per curare e guarire la nostra ingratitudine, superficialità e noncuranza.
È tempo propizio per ricucire, o almeno tentare di farlo, qualche strappo avvenuto il passato.
Finalmente l’impianto di riscaldamento è funzionante anche se è ancora sottoposto a verifiche e calibrature. Un immenso grazie a quanti hanno contribuito a questa opera. Chissà se in futuro potremo anche provvedere alla riparazione delle campane e a predisporre un servizio igienici decoroso accessibile dalla chiesa.
Ma soprattutto intendo ringraziare le persone che a vari livelli e con diverse competenze collaborano per attuare le iniziative e i servizi che tengono viva la nostra comunità. Il Signore li ricompensi come lui solo sa fare.
In questo Natale, il Signore vi colmi di tutti i beni, quelli che voi desiderate e quelli che Lui sa essere più preziosi per voi, vi custodisca in salute e benedica voi e le vostre famiglie. Buon Natale e Buon Anno Nuovo!!! Don Carlo

 

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