FESTA PATRONALE PARROCCHIALE 6 Ottobre 2019

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Eccoci giunti, cari parrocchiani, amici e frequentatori, alla FESTA PATRONALE PARROCCHIALE 2019. Due eventi lieti colmano i nostri cuori di gioia e li aprono alla speranza.  

Uno è già iniziato: la costituzione dell’associazione “NOI REAGLIE APS” che dà consistenza organizzativa e futuro alla nostra bella comunità reagliese. È vero che in corso Chieri 124 ha sede la benemerita “Unione Familiare Reaglie” alla quale auguriamo lunga vita, con la ben nota Trattoria Bocciofila, e al 121/6  il CISV (Comunità Impegno Servizio Volontario) associazione internazionale che opera a livello mondiale per il dialogo, la conoscenza e la promozione delle popolazioni in difficoltà. “Noi Reaglie” intende aggregare e sostenere le iniziative ecclesiali religiose, culturali e ricreative della nostra comunità da sempre aperta e accogliente verso tutti e disposta a collaborare con le altre associazioni. “Noi Reaglie” rappresenta un’assunzione di responsabilità da parte di laici (non che non ci sia stata in passato e non ci sia anche oggi!) per ravvivare la vita della comunità mantenendola viva e operosa anche in un futuro in cui la penuria di clero non permetterà più di avere un parroco per ogni comunità ma che non segnerà affatto – si spera – la disgregazione delle comunità, ma, al contrario le compatterà e incrementerà la loro assunzione di responsabilità.
È chiaro che questo avverrà solo se ciascuno sarà disposto a mettere a servizio degli altri le proprie energie, competenze, i propri talenti e non pretenderà solo di fruire di alcuni servizi prestati dagli altri. In parole povere: se non ci siede a tavola per essere serviti ma ci si cinge il grembiule per servire.

La seconda bella notizia di qualcosa che non si è ancora fatto evento ma che speriamo lo diventi presto è il nuovo impianto di RISCALDAMENTO della chiesa. Da quando ho messo piede nella chiesa di Reaglie questo è stato il mio cruccio. Umidità e freddo hanno sempre reso la nostra chiesa inospitale e vi confesso che io stesso non vedevo l’ora di uscire. Questo ci ha sempre proibito di tenere incontri di preghiera e organizzare concerti. Ora finalmente, con la vostra generosità, in tempi difficili finanziariamente, ci avete permesso di raccogliere una cifra che ottempera alle ferree regole imposte dell’ufficio amministrativo della curia. Con l’ufficio dei Beni Culturali e Architettonici della curia e la Sovrintendenza il percorso è stato lungo e arduo. Grazia al buon lavoro di due architetti si è forse giunti a persuadere la Sovrintendenza che l’unico sistema adatto alla nostra chiesa è quello da noi proposto. Su questa vicenda io e i miei collaboratori potremmo scrivere un romanzo ma non intendo tediarvi oltre.

Le due (solo due? direte voi!) note dolenti sono le seguenti. Incomincio con quella più personale. Il 24 settembre ho compiuto (ho consumato!) 78 anni e ho subito iniziato a rosicchiare i 79, secondo il computo dei romani. Chi con me condivide la sorte degli ultrasettantenni sa che cosa significa: stanchezza (un amico prete mio coetaneo suol rispondere al rituale “come stai? “Stancamente bene!”), dimenticanza, lentezza, inconcludenza. Vi assicuro che mi è di grande conforto la vostra pazienza e comprensione.

La seconda nota dolente è connessa con la prima. Voi tutti sapete quanto sia disagevole e rischioso immettersi dalla strada comunale di Reaglie in Corso Chieri, soprattutto quando, con il passar degli anni, la vista non si acuisce. Ora io mi aspettavo che l’acume, la solerzia e la creatività degli addetti alla viabilità risolvesse il problema. Mi sono adoperato, ho battagliato, mi sono creato la fama di parroco rompiscatole ma, come si suol dire, non ho cavato un ragno dal buco. Credo che gli angeli custodi abbiano un gran da fare a quell’infausto incrocio.

In questa prima domenica di ottobre, come è ormai consuetudine, celebriamo la festa patronale. Ringraziamo il Signore per averci donato questo ameno e verdeggiante lembo di terra che è Reaglie, un po’ umidino e poco solatìo, ma ugualmente bello, per i reagliesi, buoni e accoglienti, compresi quelli che guidano all’insegna del “fatti in là che arrivo io” ai quali vien da dire con i romani “ecché, me pituri?”, e soprattutto per averci dato questa Madre tenera e solerte che “molte fiate liberamente il dimandar precorre” (Dante). Che Maria esaudisca e prevenga le nostre richieste!

Buona Festa!

don Carlo Collo