Lettera del Parroco per la Festa Patronale 2014

Parrocchia Assunzione di Maria Vergine in Reaglie (Torino)

Festa Patronale 5 Ottobre 2014

Lettera ai parrocchiani e agli amici


Carissimi amici parrocchiani di Reaglie, reagliesi e amici tutti,

questa è la settima festa Patronale che celebro con voi e che mi ricorda quanto velocemente trascorra il tempo. La festeggiamo in tempi difficili per le ristrettezze del presente e le apprensioni per il futuro. Certo la festa non risolve d’incanto i problemi che ci assillano ma ci offre uno spazio per sostare, riunirci insieme e guardare in alto, in modo da persuaderci che non siamo soli, che c’è speranza in un futuro migliore il cui avvento dipende anche dal nostro impegno, dalla nostra inventività, esorcizzando la cupa rassegnazione.

La nostra festa ci invita ad alzare gli occhi verso Colei che a Cana si accorse per prima che stava per finire il vino che “rallegra il cuore dell’uomo” e ottenne da Gesù abbondante vino eccellente, per chiederle di ottenerci, attraverso Gesù, da Dio Padre, di essere liberati dai mali presenti e di ottenere tutto ciò che dà senso e pienezza alla nostra vita.

La festa patronale ci offre anche un’occasione per riflettere sul cammino percorso che – dal mio punto di vista - mi permetto di condensare in due frasi: massima consolazione dalla chiesa-comunità – amarezze e preoccupazioni dalla chiesa-casa edificio. 

Mi accade di sentir esprimere anche da persone che solo occasionalmente entrano nella nostra comunità parrocchiale l’apprezzamento per l’accoglienza cordiale e sorridente, per la disponibilità delle persone che svolgono i vari servizi, in una parola, per il clima di famiglia che vi si respira. Non siamo una comunità perfetta. Anche tra noi sussistono pareri diversi,  talvolta discordanti, serpeggiano malcontenti e mormorazioni ma, se non mi inganno, vengono sportivamente e cristianamente superati. Rendiamo grazie a Dio e a tutti voi che anteponete ai vostri gusti personali il bene comune e la concordia. Voi non fate parte di quelli che si affacciano alla comunità con la pretesa che tutte le loro richieste vengano esaudite e quando questo non avviane se ne vanno. Alla legittima richiesta: che cosa mi attendo da questa comunità? voi sapete dare voce anche all’altra correlativa e più impegnativa domanda: che cosa do, posso dare e devo dare a questa comunità?

In occasione della Festa Patronale che vive grazie al generoso apporto di mente, di cuore e di braccia di tanti volontari, desidero esprimere il mio apprezzamento e la mia gratitudine per tante persone che con dedizione diuturna, tanto operosa quanto silenziosa, assicurano il necessarie e anche il sovrabbondante per la vita della comunità. Il Signore ricompensi già in questa vita queste care persone.

Unendo l’amaro al dolce ricordo da un lato le molte tegole che ci sono cadute sul capo in questi anni - in senso metaforico e letterale - : il risanamento del salone con dotazione di riscaldamento e di cucina e collegamento con la chiesa; il rifacimento dei tetti della chiesa e della casa parrocchiale (tegole in senso letterale) e, in ultimo, l’impermeabilizzazione del terrazzo dopo che le infiltrazioni di acqua rischiavano di danneggiare irreparabilmente il salone sottostante e di renderlo inagibile. Questo l’amaro per chi come me non aveva preventivato l’attività edilizia tra le su mansioni presbiterali. Ma veniamo al dolce. Sono rimasto stupito e ammirato dalla generosità di tante persone di Reaglie e altrove che con discrezione pari alla loro generosità hanno contribuito e contribuiscono alla realizzazione di queste opere. Mi è anche gradito citare l’architetto che offre la sua consulenza gratuita per i lavori e l’ingegnosa inventività di due nostre artiste locali, Daniela e Francesca, che ci hanno offerto ben due concerti strumentali che hanno deliziato le nostre orecchie, toccato il nostro cuore e recato un non piccolo contributo alle opere suddette.

Vorrei a questo punto lanciare un accorato appello per una causa di vitale importanza per la vita della nostra comunità e di ogni parrocchia: il catechismo. Non sto a dire l’importanza e la bellezza di quest’attività per il numero e la qualità dei partecipanti e per la dedizione delle catechiste alle quali va tutta la nostra gratitudine. Ringrazio in particolare le due nostre brave suore che in questi anni ci hanno offerto la loro preziosa collaborazione per il catechismo e per tante altre iniziative. Purtroppo gli anni passano e almeno tre catechiste, per ragioni diverse e tutte plausibili hanno annunciato di voler concludere il loro servizio. Esprimo a queste a queste preziose collaboratrici un vivo ringraziamento a nome mio e di tutta la comunità per il loro generoso servizio e mi chiedo e vi chiedo: chi subentrerà in questo compito così importante? Mi appello alle mamme con i figli più grandicelli e alle nonne vitali e ricche di esperienza. Vi assicuriamo che non vi lasceremo sole ma vi aiuteremo in tutti i modi ben sapendo che facendo si impara fortificati soprattutto dall’azione dello Spirito Santo che opera in chi si dedica al vangelo. Allo Spirito chiedo che susciti e ridesti queste preziose collaborazioni. A partire dal primo corso di quest’anno (2a elementare) sperimenteremo un modo nuovo di fare catechismo che coinvolga i primi educatori, i genitori, iniziandoli con incontri mensili al percorso catechistico dei loro figli. Troverà questo appello delle risposte? Me lo auguro di cuore

Porto ancora in me vivo il ricordo del fine settimana trascorso al Rifugio Levi-Molinari con i cresimandi di quest’anno (vedi foto e relazione sul sito della parrocchia www.parrocchiareaglie.it) , gruppo particolarmente affiatato e coeso. Mi auguro con tutto il cuore che  questo bel gruppo non si sciolga come la neve al sole ma continui a incontrarsi in occasione di cineforum, riunioni di amicizia e di convivialità, ritiri e incontri formativi, saggi musicali ecc. Conto molto sui genitori che hanno dato buona prova di sé sia nell’organizzazione che nell’animazione. E mi domando anche: che ne è stato dei nostri cresimati degli anni passati, altrettanto validi, che alimentavano grandi speranze ma di cui non si è più saputo nulla?

Altra fonte di preoccupazione è la nostra chiesa che oltre al persistente clima rigido che richiede ai partecipanti alle celebrazioni e ai concerti un corredo pesante e un certo eroismo presenta allarmanti sollevamenti del pavimento che richiederanno entro breve tempo degli interventi.

Sono infine deluso nel constatare che delle tre richieste (sostenute dalla stragrande maggioranza dei Reagliesi) che presentai fin dall’inizio al comune di Torino: segnalazione del limite dei 30 Km prima della scuola reagliese, l’erezione di un cartello che indichi  l’inizio della frazione o località di Reaglie e l’apposizione di un semaforo al centro della frazione di Reaglie, solo la prima è stata esaudita. Ritenere che il nuovo posizionamento dello specchio convesso (peraltro spesso imbrattato e decentrato) risolva il problema è opinione fallace di chi non si premura di verificare in loco che il provvedimento soddisfi le legittime richieste dei cittadini. Mi dichiaro disponibile a illustrare le ragioni del dissenso a chi si degna di ascoltarle.

Reaglie comunque è bella e vorrei in questa nuova Festa Patronale affidarla nuovamente alle cure di Maria SS., di san Francesco d’Assisi patrono d’Italia di cui ricorre la festa nel momento in cui scrivo e di san Benedetto patrono d’Europa accogliendo il suo fecondo programma di vita e di civiltà ora, lege et labora (prega, leggi e lavora!) o, se preferite: culto, cultura e coltivazione. Reaglie le propizia tutte e tre. C’è chi fa solo cultura e chi non se ne cura affatto, c’è chi ama coltivare e chi non sa distinguere l’aglio dalla cipolla, il pino dall’abete; e del culto che ne è a Reaglie? Non essere uomo a una sola dimensione, caro amico che leggi! Praticale tutte e tre e sarai un uomo completo e felice.

Buona festa!  

Don Carlo